Organizzazione Sanitaria - n.1 - Gen-Mar - 2009

02. Organizzazione ospedaliera per intensità di cure e di assistenza: proposta di un metodo per la stima del fabbisogno di unità di assistenza nelle aree di degenza e correlazione con la complessità assistenziale

Lorenzo Baragatti, Gabriele Messina, Luigi Tonelli, Franco Ceccarelli, Nicola Nante

Parole Chiave:

     Ormai da tempo è condivisa la consapevolezza che un ospedale non si misura sui posti letto bensì sulla capacità di dare prestazioni di salute.
     La definizione di salute, formulata dall’OMS nel 1948, ha incorporato nel concetto di equilibrio fra le componenti fisiche, psichiche e sociali anche le valenze emozionali, relazionali e spirituali, queste ultime intese non solo in senso religioso, ma più propriamente come idea multidimensionale dell’esistenza umana, connaturata ad aspetti non solo comportamentali ma anche filosofico-cognitivi ed esistenziali-emotivi.
     Nell’avanzamento del movimento culturale per la salute - dalla Carta di Ottawa fino alla Dichiarazione di Jakarta - questa viene a connotarsi esplicitamente non solo come obiettivo del vivere ma come risorsa per la realizzazione emotiva, intellettiva, economica, morale delle persone. Il miglioramento delle condizioni di salute della popolazione non passa solo attraverso l’offerta di servizi sanitari; per quanto forte possa sembrare, questa affermazione riflette l’emergente quadro culturale e scientifico con il quale il riordino dei servizi sanitari dovrà confrontarsi; lo stato di salute della popolazione viene infine a configurarsi come risultante dinamica dell’azione di una molteplicità complessa di fattori - i cosiddetti determinanti di salute - fatto che pone l’esigenza di ripensare le politiche e le strategie del settore.
     Un moderno sistema assistenziale agisce attraverso un complesso sistema di reti di strutture e di professionisti, orientato ad assicurare la continuità dei servizi e a garantire percorsi assistenziali adeguati ed appropriati; a tale sistema partecipano gli ospedali ed i servizi sanitari territoriali. All’interno degli ospedali dovranno essere identificabili le seguenti aree assistenziali che presentano ciascuna forte rilevanza progettuale:
     a) aree orientate ad interventi rapidi e di grande complessità e specialità, riservate a pazienti con forme acute, caratterizzate da numero di letti e da tempi di degenza sempre più contenuti. Queste aree, anche in futuro, dovranno avere un dimensionamento orientato al bacino di riferimento; al loro interno saranno allocate funzioni specialistiche e tecnologiche in rapporto alle esigenze assistenziali, garantendo un’equilibrata distribuzione nell’ambito della Usl e dell’Area Vasta di competenza, per assicurare adeguati elementi di fruibilità e di qualità;
     b) aree destinate all’assistenza in fase di post-acuzie e per riabilitazione, per affrontare la cronicizzazione delle forme neoplastiche ed in generale di tutte le forme cronico-degenerative.
     Le strutture assistenziali destinate al trattamento degli stati di cui alla precedente lett. b), nonché di alcune patologie di tipo più marcatamente sociale, che attualmente fanno capo in modo prevalente agli ospedali, verranno invece curate sostanzialmente, da parte della rete assistenziale dei servizi sociosanitari territoriali, in altre strutture, diminuendo in modo significativo il carico improprio sull’ospedale, oppure direttamente a domicilio. In quest’ultimo caso la telemedicina, oltre alle attività preventive legate agli screening, consentirà di svolgere, anche la diagnosi ed il follow-up, con conseguente sollievo per i compiti dell’ospedale che registrerà così una ulteriore significativa riduzione del numero di pazienti ambulatoriali.
     Nel contesto sopra delineato, l’ospedale si andrà, quindi caratterizzando prevalentemente come ospedale per pazienti acuti.
     In tale ottica, pertanto, il nuovo ospedale deve essere pensato e realizzato in un contesto in continua evoluzione sul quale insistono diverse tipologie di offerta - presidi ospedalieri di aziende territoriali, aziende ospedaliere, presidi ospedalieri privati accreditati - e nel quale trova sempre più fattiva attuazione la dimensione gestionale interaziendale, come l’Area Vasta, ambito territoriale che soddisfa la quasi totalità del bisogno sanitario ed assolve alle esigenze di programmazione integrata.
     Nella nuova concezione l’ospedale deve essere visto come una risorsa da usare appropriatamente, ideato e organizzato in relazione ai bisogni del paziente, con la sua esigenza di diagnosi e cura ed i suoi bisogni di assistenza.

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La medicina di genere

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