La prevenzione del suicidio in carcere

 

Gianmarco Troiano
Specializzando in Igiene e Medicina preventiva, Università degli Studi di Siena

Annalisa Frangione
Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, Coordinatrice aziendale U.F. Salute Mentale Adulti, Azienda Toscana Centro - zona Pistoia e zona VDN - area comparto/riabilitazione

Sonia Iapichino
Psichiatra U.O. Accreditamento istituzionale, qualità e sicurezza del paziente (AQeSP), Azienda Toscana Centro - zona Pistoia

Vito D’Anza
Responsabile Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Toscana Centro - zona Pistoia

Ivano Cerretini
Clinical Risk Manager e Dir. Accreditamento istituzionale, qualità e sicurezza del paziente (AQeSP) Azienda Toscana Centro - zona Pistoia

Alessandro Luporini
Medico U.O. Accreditamento istituzionale, qualità e sicurezza del paziente (AQeSP), Azienda Toscana Centro - zona Pistoia

Maria Mancino
CPSE Referente Infermieristico Presidio Sanitario Penitenziario Azienda Toscana Centro - zona Pistoia

Nicola Nante
Professore ordinario di Sanità Pubblica, Resp. Laboratorio Programmazione e Organizzazione Servizi Sanitari, Univ. degli Studi di Siena

 

       Il suicidio, e ancor più il suicidio in condizione di detenzione, rappresenta un fenomeno grave ed un importante problema di sanità pubblica. Nelle carceri toscane, negli ultimi anni, circa 4 detenuti su 100 hanno tentato il suicidio almeno una volta e circa il 10% dei detenuti ha messo in atto almeno una volta azioni autolesive. Tali dati confermano l´importanza dell´avvio di un progetto di prevenzione del suicidio nei penitenziari.
      La delibera della Giunta Regionale Toscana n. 441 del 30 maggio 2011, recependo tra gli obiettivi la prevenzione del suicidio in carcere e il monitoraggio degli eventi sentinella del rischio clinico, segna in maniera inequivocabile l’importanza di un lavoro sinergico tra le due diverse istituzioni Penitenziaria e Sanitaria.
      La realizzazione del protocollo d’intesa tra l’azienda sanitaria e la struttura penitenziaria per una più efficace presa in carico integrata di persone portatrici di disagio psichico detenute presso la Casa Circondariale di Pistoia ha avuto lo scopo di elaborare nuove strategie utili ai fini operativi e gestionali per la prevenzione, il monitoraggio e la gestione del rischio suicidario in carcere.
      La logica della presa in carico multidisciplinare e complessa del paziente detenuto ha portato ad un percorso ad alta integrazione tra servizi (dentro e fuori il carcere), sfruttando strumenti di comunicazione condivisi e linguaggi comuni e riconoscendo proprio nell’integrazione dei saperi professionali il principale strumento di cura e di presa in carico dell’“altro sofferente” a prescindere dal luogo di cura.

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