Esternalizzazione del servizio di emodialisi: un case study

FRANCO SOPRANZI
Direttore Dipartimento Specialità Mediche, Direttore U.O.C. Nefrologia Ospedale di Macerata, AST Macerata

 

Riassunto: Con il presente lavoro si vuole proporre la costituzione di un accordo di cooperazione tra l’azienda che esternalizza (outsourcee) e il partner erogatore del servizio (outsourcer), una azienda specialista presente sul mercato, alla quale è ceduta l’attività.
     Nel caso specifico l’attività ceduta è il Sevizio di Emodialisi di due dei quattro centri dialisi presenti nell’Azienda, ed in particolare dei due centri dove si effettua un’attività di emodialisi ambulatoriale per pazienti “stabili” dal punto di vista clinico.
     Oggi sono presenti sul territorio nazionale alcune esperienze in cui la collaborazione tra pubblico e privato interessa servizi più evoluti di quelli di solito esternalizzati, attinenti proprio all’ambito strettamente sanitario.
     L’ipotesi di esternalizzare parte dell’attività di emodialisi nasce dal fatto che, a seguito della riduzione delle risorse per il personale nell’ultimo ventennio, si è verificata una progressiva carenza di personale medico; negli ultimi anni alla carenza strutturale si è aggiunta la carenza di medici specialisti per l’esiguo numero formato dalle Università.
     Nella Regione Marche, negli ultimi 3-4 anni, sono stati banditi numerosi concorsi per i posti vacanti di Dirigenti Medici di Nefrologia, ma non si è riusciti a reclutare il personale necessario.
     Nell’Area Vasta 3 è stato fatto anche un tentativo, infruttuoso, di reperire personale medico con le cooperative di servizi.

Parole chiave: emodialisi, nefrologia, outsourcing, dialisi

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La medicina di genere

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