Organizzazione Sanitaria - n.3 - Lug-Set - 2010
1. L’organizzazione dell’ospedale moderno. Studio di riorganizzazione dell’attività chirurgica dell’A.O. Ospedale civile di Legnano secondo il modello hub & spoke e per intensità di cura
Laura Zoppini, Massimo Lombardo, Angelo Cordone, Carla Dotti, Filomena Autieri, Nicola NanteParole Chiave:
Gli AA. sviluppano, anzitutto, un’accurata analisi delle odierne esigenze, di natura epidemiologica, demografica ed economico-finanziarie, che hanno imposto (e tuttora impongono, in molte aree del nostro Paese) una profonda revisione della organizzazione ospedaliera, secondo modelli già sperimentati con successo in altre realtà più avanzate.
L’obiettivo finale di questo processo è il passaggio da un sistema sanitario centrato sull’ospedale indistintamente destinato al ricovero delle persone bisognose di cura e di assistenza, ad uno basato sulla diversificazione dei ruoli dei soggetti erogatori, coordinati e integrati tra loro, nel quale ciascun ospedale si distingue per il livello di specializzazione, di tecnologia e di professionalità di cui è dotato e si inserisce in una rete complessa e articolata di servizi sanitari, in grado di assicurare in modo sinergico, attraverso, le proprie strutture distribuite sul territorio, il soddisfacimento dei bisogni sanitari dei cittadini, avuto riguardo alla loro, natura e gravità.
Da questa ampia premessa concettuale, lo studio prende in considerazione la realtà organizzativa interna di una grande Azienda ospedaliera lombarda, costituita da ben quattro ospedali, tutti con una consolidata, ottima tradizione di servizio a un ampio bacino di utenza. Descrive, quindi, il processo di riorganizzazione, avviato negli ultimi anni - che ha già consentito di fare del maggiore dei quattro ospedali, quello che dà nome all’Azienda, un Centro clinico di eccellenza ad alta tecnologia e assistenza e di avviare - limitatamente, in una prima fase, alla sola area chirurgica - il riordino dei settori di degenza e dei servizi degli altri tre ospedali minori facenti parte dell’Azienda, applicando al più grande di essi il modello per intensità di cura focalizzato sull’acuzie e destinando i due rimanenti all’accoglienza delle patologie a più bassa complessità di cure.
Si realizza in tal modo una rete multiospedaliera a forte integrazione, secondo il modello hub & spoke, ossia un’organizzazione articolata in centri di alta specializzazione (hub) per i casi di maggior complessità clinico-assistenziale, e da centri periferici (spoke) che assicurano la selezione dei pazienti e il loro trattamento diagnostico-terapeutico fino alla soglia di gravità che richiede il trasferimento al centro hub di riferimento.
Il modello, come osservano gli AA., “pare oggi essere sostenibile anche da un punto di vista economico, senza ridurre la qualità delle prestazioni, anzi permettendo una miglior appropriatezza, sia delle stesse strutture che delle prestazioni sanitarie da esse erogate”.
First, Authors developed a careful analysis of epidemiological, demographic and economic-financial population needs that have imposed (and still require, in many areas of Italy) a thorough review of hospital organization. The ultimate goal of this process is the transition from a hospital-centred health care system to one based on diversification of providers’ roles, where hospital is part of an integrated network of health services.
Secondly, the study described the organization of a main hospital, consisting of four different facilities, in Lombardy Region (Italy). The study also described the reorganization process which has seen the transformation of the principal of the four structures in a highly specialized centre. Among the other three structures, one was reorganized according to the intensity of care needed by patients and the other two were allocated to the treatment of conditions with a lower level of complexity of care.
This reorganization was made according to the hub and spokes model which consists of highly specialized centres (hub), for more complex cases, and peripheral centres (spokes) that treat less complex case and eventually send to the hub the more complex ones.
The model, as the Authors stated, “seems now to be also economically sustainable without reducing the quality of performance, rather improving services’ appropriateness”.
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